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Nuova ondata di costruzioni di data‑center negli USA: boom per l’era dell’IA

Negli ultimi mesi gli Stati Uniti stanno assistendo a un’espansione senza precedenti delle costruzioni di data center — strutture chiave per sostenere la crescita dell’intelligenza artificiale (IA), del cloud computing e dei servizi digitali. Il fenomeno sta riscrivendo i trend del settore costruzioni, dell’energia e dell’infrastruttura nazionale. Ecco cosa sappiamo finora — e cosa significa per l’economia, l’energia e gli investitori.


📈 Crescita record nelle costruzioni: i numeri

  • Nel 2025 la spesa complessiva per la costruzione di data‑center negli USA ha raggiunto cifre record, secondo un rapporto del Bank of America Institute: annualmente si arriva a decine di miliardi di dollari investiti in nuove strutture.
  • Un secondo studio conferma un’impennata: la capacità primaria di data center (misurata in megawatt, MW) nella prima metà del 2025 è cresciuta del 17,6 % rispetto alla seconda metà del 2024, e di oltre il 43 % rispetto all’anno precedente.
    Domanda energetica record — I data center consumano già oggi gran parte dell’elettricità del paese: secondo stime recenti, nel 2024 i data center hanno assorbito circa il 4 % del consumo totale elettrico degli USA. Proiettando la crescita attuale, il fabbisogno potrebbe più che raddoppiare entro il 2035.
  • Pressione sulle reti e infrastrutture — Nuove costruzioni richiedono ampliamenti alle reti di trasmissione, raffreddamento, ridondanza energetica. Alcune aree rischiano di trovarsi in difficoltà, specie quelle con risorse idriche o elettriche limitate.
  • Impatto ambientale e sostenibilità — L’aumento dei consumi elettrici, spesso da fonti fossili, e la necessità di raffreddamento e infrastrutture possono aggravare l’impronta ecologica complessiva.

🌐 Coinvolgimento degli attori: imprese, energia, territori

Questo boom coinvolge in modo trasversale vari protagonisti:

  • Le big tech e operatori cloud spingono l’espansione (cloud provider, AI companies, hyperscalers).
  • Le utility e i fornitori di energia sono sotto pressione per adattare le infrastrutture: ampliamento reti, potenza, raffreddamento, fonti rinnovabili.
    In sintesi: non si tratta di un fuoco di paglia, ma di un investimento strutturale su larga scala, spinto dall’esplosione dell’IA, del cloud, del 5G e delle esigenze di elaborazione dati sempre più intensive.

🔧 Perché tanti nuovi data center

Le ragioni dietro questo boom sono molteplici:

  • Domanda esplosiva di risorse computazionali — Generative AI, modelli di machine learning, streaming video, cloud, IoT: tutte applicazioni che richiedono potenza di calcolo, storage e connettività.
  • Scarsa capacità residua negli hub tradizionali — Molti mercati primari sono quasi saturi, con tassi di occupazione bassissimi; per questo molte aziende guardano a “secondary markets” o zone meno tradizionali per costruire nuovi impianti.
  • Infrastrutture energetiche e logistiche in evoluzione — A fronte di questa crescita, utility e fornitori di energia stanno progettando ampliamenti della rete elettrica e investimenti per sostenere questa domanda crescente (rete, raffreddamento, alimentazione ridondante).

⚠️ Le sfide: energia, ambiente e sostenibilità

Ma l’espansione non è senza rischi e criticità:
Le comunità locali e le istituzioni devono gestire impatti urbanistici, ambientali, occupazionali. Alcune giurisdizioni stanno già negoziando incentivi o regolamentazioni per ospitare data center.

  • Le aziende edili e infrastrutturali vedono un ritorno della domanda per costruzioni commerciali e industriali altamente specializzate.

📌 Conclusione: un’opportunità per l’America 4.0 — ma con attenzione

Le nuove costruzioni non residenziali dedicate a data‑center negli USA rappresentano una pietra miliare del passaggio verso l’economia dell’IA e del cloud. Sono infrastrutture essenziali per la competitività del paese e l’evoluzione tecnologica globale.

L’economia statunitense è ora COSTRUITA sull’intelligenza artificiale: Negli ultimi 3 anni, gli investimenti reali fissi privati ​​non residenziali nei data center negli Stati Uniti sono aumentati del 300%. Nello stesso periodo, gli investimenti non residenziali in strutture, esclusi i data center, al netto dell’inflazione, hanno registrato una crescita minima. Si tratta di uffici, centri commerciali, hotel, magazzini, fabbriche, stabilimenti di produzione e altri edifici commerciali. Nel frattempo, la spesa legata all’intelligenza artificiale ha contribuito per il 62,5%, ovvero per 1 punto percentuale, alla crescita dell’1,6% del PIL statunitense nei primi 6 mesi del 2025. Senza l’intelligenza artificiale, gli Stati Uniti sarebbero in recessione…

Tuttavia, il boom porta con sé sfide ambientali, infrastrutturali e strategiche. La sostenibilità, la pianificazione energetica e la responsabilità territoriale diventeranno nodi centrali.

Per investitori, operatori e policymaker, la domanda è: l’America saprà costruire oggi le fondamenta digitali per il domani — senza compromettere il presente?

la crescita esponenziale dei big data center — alimentata dalla diffusione dell’intelligenza artificiale, del cloud computing e delle tecnologie di automazione — sta ponendo una nuova e urgente sfida: come garantire energia stabile, abbondante e sostenibile per alimentare questi colossi digitali. Tra le soluzioni emergenti, un’opzione sta tornando con forza al centro del dibattito: l’energia nucleare.


Perché il nucleare può alimentare i data center

I data center di ultima generazione richiedono decine, se non centinaia, di megawatt ciascuno. Le fonti tradizionali, soprattutto le rinnovabili intermittenti, spesso non riescono a garantire la continuità e l’affidabilità necessarie. Ecco perché il nucleare torna protagonista:

  • Stabilità e continuità: il nucleare garantisce energia 24/7, senza fluttuazioni.
  • Basse emissioni: è una fonte low-carbon, ideale per ridurre l’impronta ambientale dei data center.
  • Microreattori modulari (SMR): nuove tecnologie permettono la costruzione di piccoli reattori installabili vicino o all’interno delle aree industriali, perfetti per alimentare in autonomia grandi hub digitali.

Società quotate che potrebbero beneficiare di questa transizione
Alcune aziende già quotate in Borsa stanno posizionandosi strategicamente per sfruttare questo trend:

  • Constellation Energy (CEG): principale fornitore di energia nucleare negli USA, con numerosi impianti attivi. Sta esplorando accordi per alimentare infrastrutture AI.
  • NuScale Power (SMR): pioniere nel campo dei reattori modulari di piccole dimensioni, adatti a fornire energia diretta a data center.
  • BWX Technologies (BWXT): specializzata in tecnologie nucleari avanzate, anche per uso civile e commerciale.
  • Brookfield Renewable Partners (BEP): anche se focalizzata su rinnovabili, è parte di un gruppo che controlla Westinghouse, azienda nucleare storica.
  • Microsoft (MSFT): ha recentemente annunciato piani per esplorare l’impiego del nucleare per i propri data center, aprendo la strada ad accordi con società energetiche.

Conclusione: l’incrocio tra nucleare e intelligenza artificiale


Il connubio tra tecnologie energetiche avanzate e supercalcolo potrebbe ridefinire la mappa industriale statunitense. Alimentare data center con energia nucleare potrebbe ridurre i rischi di blackout, tagliare le emissioni e liberare le rinnovabili per altri usi. Per gli investitori, il settore nucleare potrebbe rivelarsi un tema strategico nei portafogli esposti al boom dell’intelligenza artificiale.

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