Proposta oscena a Piazzaffari
La recente offerta pubblica di acquisto (OPA) lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) su Mediobanca ha scatenato una delle più intense battaglie finanziarie in Italia degli ultimi anni. L’operazione, non concordata, mira a creare un nuovo colosso bancario nazionale, ma ha incontrato una ferma opposizione da parte di Mediobanca, che la considera priva di logica industriale e distruttiva di valore.
L’offerta di MPS: un nuovo campione nazionale?
Il 24 gennaio 2025, MPS ha annunciato un’OPA interamente in azioni su Mediobanca, offrendo 23 azioni proprie per ogni 10 azioni di Mediobanca, valutando quest’ultima a circa 15,99 euro per azione, con un premio del 5% rispetto al prezzo di chiusura precedente. Secondo MPS, la fusione creerebbe un “nuovo campione nazionale” nel settore bancario italiano, con una combinazione diversificata e resiliente di prodotti e servizi, e sinergie industriali significative.
La risposta di Mediobanca: un rifiuto netto
Il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha respinto l’offerta, definendola “ostile” e “fortemente distruttiva di valore”. Secondo Mediobanca, l’operazione comprometterebbe la sua identità e il profilo aziendale, focalizzati su segmenti ad alto valore aggiunto come il Wealth Management e l’Investment Banking. La banca ha espresso preoccupazioni per la possibile perdita di clienti e professionisti di alto livello, nonché per la mancanza di sinergie significative tra le due reti distributive.
Questioni di governance e conflitti di interesse
Un ulteriore elemento di tensione riguarda la presenza di azionisti comuni tra MPS, Mediobanca e Assicurazioni Generali, in particolare le famiglie Delfin e Caltagirone. Mediobanca ha sottolineato che questa situazione potrebbe portare a un disallineamento degli interessi rispetto agli altri azionisti, sollevando dubbi sulla governance futura del gruppo risultante dalla fusione.
Approvazione regolamentare e prospettive future
Nonostante il rifiuto di Mediobanca, MPS ha ottenuto l’approvazione della Banca Centrale Europea per procedere con l’acquisizione, anche in caso di acquisizione di una partecipazione inferiore al 50%. L’operazione è sostenuta da importanti investitori, tra cui le famiglie Del Vecchio e Caltagirone, che hanno recentemente aumentato le loro partecipazioni in MPS. Tuttavia, l’offerta rimane soggetta all’approvazione degli azionisti e al rispetto delle condizioni imposte dalle autorità di regolamentazione.
Conclusione
La vicenda dell’OPA tra MPS e Mediobanca rappresenta un momento cruciale per il settore bancario italiano, evidenziando le sfide legate alla consolidazione, alla governance e alla creazione di valore per gli azionisti. Con le posizioni attuali, il futuro dell’operazione rimane incerto, ma le sue implicazioni potrebbero ridefinire il panorama finanziario del paese nei prossimi anni.
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